Connected Car & Mobility: da grandi poteri, grandi responsabilità

A cura della Direzione Marketing VT Solutions & Consulting

 

L’Osservatorio Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano, in questa quarta edizione, si pone l’obiettivo di analizzare, comprendere e raccontare le architetture e le tecnologie digitali per l’auto intelligente e per le infrastrutture della mobilità del domani. Sono in atto profonde trasformazioni nel settore auto e della mobilità. Il 2035 segna lo stop dei motori diesel e benzina e si prevedono grandi cambiamenti per l’Europa dell’auto: nuove sfide attendono la filiera industriale italiana con la diffusione di nuove strategie e modelli di business basati sui dati raccolti da veicoli e infrastrutture connesse. 

Nel 2022 il mercato Connected Car & Mobility in Italia è cresciuto di ben 350 milioni di euro e raggiungendo così i 2,5 miliardi di euro. Si tratta in generale di un buon risultato se messo in relazione ai valori registrati nei principali Paesi occidentali e soprattutto occorre considerare come il 2022 sia stato caratterizzato dal permanere delle problematiche legate alla carenza di semiconduttori e di materie prime, a cui si è aggiunta l’instabilità economica e politica per la guerra in Ucraina. 

In termini di diffusione, alla fine del 2022 le auto connesse ammontano a 19,7 milioni, pari al 50% del parco circolante in Italia, 1 ogni 3 abitanti. Il mercato delle auto connesse e dei relativi sistemi ADAS è destinato a crescere nei prossimi anni, sia in Italia sia all’estero. Un importante motore di crescita è legato agli sviluppi normativi: 

  • Le nuove norme europee prevedono, a partire da luglio 2024, l’obbligo di integrare specifici ADAS all’interno di tutte le vetture di nuova immatricolazione; 
  • A partire dal 2035, sarà possibile immatricolare e vendere solo veicoli a emissione zero. La connettività avrà un ruolo molto importante sia nella gestione dei nuovi veicoli elettrici sia nel garantire scambi di informazioni tra auto e infrastrutture. 

Una seconda area molto importante di sviluppo del mercato è legata alla gestione dei dati raccolti da veicoli e infrastrutture connesse. Su questo fronte, crescono aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dai veicoli, grazie ai quali integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. È il caso ad esempio delle compagnie assicurative che grazie ai dati raccolti possono variare il premio della polizza, non solo sulla base dello stile di guida, ma anche della fonte di alimentazione utilizzata o del numero e della tipologia di sistemi ADAS. Tuttavia, ad oggi sono ancora numerosi gli ostacoli e le sfide da superare per liberare appieno il potenziale dei dati raccolti da veicoli e infrastrutture. Essendo ancora poche nei Paesi occidentali le vetture nativamente connesse, ciò non consente di fare analisi su grandi numeri, cogliendo solo parzialmente il valore.  

 

 

Il 2022 è stato un anno molto importante anche per lo sviluppo delle Smart Road, a livello nazionale e internazionale: dei 190 progetti censiti a partire dal 2015, ben 63 sono stati lanciati nel 2022. I principali obiettivi delle iniziative avviate riguardano la sicurezza stradale, il maggior comfort per chi guida, l’ottimizzazione dei flussi di traffico, la riduzione dell’inquinamento e la possibilità di ottimizzare la manutenzione dell’infrastruttura stradale. In tale scenario, l’evoluzione delle tecnologie V2X giocherà un ruolo chiave, permettendo ai veicoli e alle infrastrutture di condividere in tempo reale grandi volumi di dati, aumentando la capacità di coordinamento delle manovre in scenari complessi di mobilità e rendendo la comunicazione efficiente, robusta, versatile e sicura. 

Una forte spinta al mercato della Smart Mobility arriverà dai fondi previsti a livello nazionale ed europeo. Tra questi rientrano anche treni e bus verdi, l’adozione di soluzioni di mobilità a idrogeno, lo sviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica, il rafforzamento della mobilità ciclistica e il Mobility as a Service. In linea con quanto emerso nelle scorse edizioni di Ricerca, la scarsa disponibilità di risorse economiche e la mancanza di competenze adeguate si confermano le principali barriere all’avvio dei progetti di Smart Mobility. 

Dal punto di vista del consumatore, ad oggi la maggior parte dei cittadini italiani non è soddisfatto di come il proprio comune affronta i problemi legati alla mobilità urbana. Guardando al futuro, la propensione del consumatore a fruire di nuovi servizi di Smart Mobility è piuttosto elevata, con il 72% che si dichiara interessato a tali iniziative.